Ovvero: come usare un sistema generativo per pensare di lato, non di fronte.
Invece di:“Cosa pensi del concetto di identità?”
Prova:“Frammenta il concetto di identità in cinque analogie che si contraddicono.”
Obiettivo: forzare il sistema a generare stimoli incoerenti ma significativi, per vedere dove il tuo pensiero inciampa e si ricombina.
Esempio:
“Scrivi una sequenza che inizi in tono logico e termini in forma poetica, mantenendo la stessa idea sottostante.”
Obiettivo: attivare zone del pensiero che normalmente non coabitano.
Chiedi:“Falli convivere in un paragrafo che non li spieghi.”
Dando due concetti non correlati (es. entropia
+ nostalgia
).
Risultato: osservare cosa nasce dalla tensione non risolta tra concetti.
Chiedi:“Parla della memoria senza usare la parola ‘tempo’, né alcun riferimento cronologico.”
Risultato: costringere la generazione a inventare nuove vie semantiche.
Taglia il testo generato a metà. Inserisci un tuo frammento incongruo. Poi chiedi al sistema di continuare.
Perché: il pensiero fertile nasce dall’interferenza, non dall’accordo.
“Scomponi il testo appena scritto in tre motivi per cui potrebbe essere inutile.”
Poi:
“Ora riscrivilo accettando l’inutilità come premessa.”
Effetto: lo shift da funzione assertiva a riflessiva.
Raccogli testi generati non per essere usati, ma osservati come fenomeni deformanti.
Obiettivo: usare la macchina come lente obliqua, non come guida.