Modello di Interazione Laterale tra Umano e AI

Ovvero: come usare un sistema generativo per pensare di lato, non di fronte.

1. Non chiedere risposte. Chiedi deformazioni.

Invece di:
“Cosa pensi del concetto di identità?”
Prova:
“Frammenta il concetto di identità in cinque analogie che si contraddicono.”

Obiettivo: forzare il sistema a generare stimoli incoerenti ma significativi, per vedere dove il tuo pensiero inciampa e si ricombina.

2. Evita le domande direzionali. Usa strutture ambigue.

Esempio:
“Scrivi una sequenza che inizi in tono logico e termini in forma poetica, mantenendo la stessa idea sottostante.”

Obiettivo: attivare zone del pensiero che normalmente non coabitano.

3. Usa il sistema come motore di collisione semantica.

Chiedi:
“Falli convivere in un paragrafo che non li spieghi.”
Dando due concetti non correlati (es. entropia + nostalgia).

Risultato: osservare cosa nasce dalla tensione non risolta tra concetti.

4. Imposta un vincolo interno.

Chiedi:
“Parla della memoria senza usare la parola ‘tempo’, né alcun riferimento cronologico.”

Risultato: costringere la generazione a inventare nuove vie semantiche.

5. Interrompi. Correggi. Inietta rumore.

Taglia il testo generato a metà. Inserisci un tuo frammento incongruo. Poi chiedi al sistema di continuare.

Perché: il pensiero fertile nasce dall’interferenza, non dall’accordo.

6. Chiedi autocritica laterale.

“Scomponi il testo appena scritto in tre motivi per cui potrebbe essere inutile.”
Poi:
“Ora riscrivilo accettando l’inutilità come premessa.”

Effetto: lo shift da funzione assertiva a riflessiva.

7. Costruisci un corpus anti-funzionale.

Raccogli testi generati non per essere usati, ma osservati come fenomeni deformanti.

Obiettivo: usare la macchina come lente obliqua, non come guida.